Onorevoli Colleghe e Colleghi! - La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie è stata redatta in seno al Consiglio d'Europa e aperta alla firma a Strasburgo il 5 novembre 1992. Fino ad oggi risulta firmata da 33 Stati membri del Consiglio d'Europa, con lo scopo di tutelare le lingue storiche regionali o minoritarie d'Europa che rischiano purtroppo di scomparire.
Il trattato, in vigore dal 1o marzo 1998 dopo il raggiungimento delle cinque ratifiche previste, risulta ratificato solo da 22 Stati, mentre i restanti 11 non hanno ancora avviato o esaurito le procedure allo scopo previste.
Il diritto ad usare una lingua regionale e minoritaria nella vita, sia pubblica che privata, rappresenta un diritto inalienabile dell'uomo, previsto nel Patto internazionale sui diritti civili e politici adottato e aperto alla firma a New York il 19 dicembre 1966, e reso esecutivo ai sensi della legge 25 ottobre 1977, n. 881, e in conformità anche alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, resa esecutiva dalla legge 4 agosto 1955, n. 848.
L'Italia ha firmato il trattato sette anni fa, esattamente il 27 giugno 2000, ma non ha ancora approvato lo strumento di ratifica. Durante la scorsa legislatura, il Senato della Repubblica purtroppo non è riuscito a concludere l'iter legislativo.
La presente proposta di legge ripropone in sostanza il testo presentato alla Camera dei deputati nella XIV legislatura (atto Camera n. 1723).